lunedì 26 luglio 2010

RE STELVIO

Or 4.10 suona la sveglia. Ho dormito poco nemmeno prima di una GF sono cosi tirato, ma forse è il letto di Martina, per non svegliare le mie due donne mi rifugio nella sua cameretta mentre loro restano nel lettone.
Colazione e via alle 4.45 Rosario è qui a prendermi con il furgone carico di bici, mancano solo la mia e quella del Celli. Ore 5.00 siamo davanti alla sede e si parte. viaggio lungo poco più di 3 ore, arriviamo cosi a Lasa, parcheggiamo scarichiamo le..... 25 bici ci prepariamo e via che si parte. L'avvicinamento viene fatto in scioltezza e per la ciclabile, a Prato allo Stelvio ecco che si comincia. Per i primi 3 km l'ascesa è in gruppo, riesco a staccarli per poter fare un ripresa, poi come al solito altra ripetuta per riagganciarli. appena dopo la semi galleria e cioè appena prima del 48 tornante, il gruppo comincia a sgretolarsi, è già partito Botarel. seguito da Zorro, noi invece continuiamo tranquilli, ho preso spazio restando indietro, poi decido di raggiungere i primi e cosi affianco Ciste raccomandandogli di restare sempre 7-8 battiti sotto la soglia, lo passo ed eccomi nel gruppo di testa. Saliamo tutti assieme, anche il Pres ci ha raggiunto. Ad ogni tornante qualcuno si stacca, perde il passo, è fantastica questa salita, non molla mai siamo sempre tra il 7 e il 9% i tornanti se presi larghi danno tregua ma se per problemi di traffico si è obbligati a farli stretti... beh sono micidiali, alcune macchine devo fare manovra per evitare di toccare il fondo, sopratutto le sportive.Per curiosità guardo la Velocità Verticale Istantanea del mio Garmin, viaggio tra i 1000 e i 1150 mt/h, mi stupisco. Ci stiamo avvicinando agli ultimi 6 km, nel tratto del muro, e siamo li in 4, Io, Celli, Beppe Red e Parabris, Zorro ripreso qualche km sotto non ha tenuto il nostro ritmo.
Mi fermo a prendere l'acqua, loro continuano rallentando, ecco che li raggiungo poi Parabris rallenta e si stacca mentre io e  Beppe redcontinuiamo assieme, Celli è partito al 4° km. Conquistiamo lo STELVIO scambiandoci un 5 e tenendoci la mano. Entriamo subito nel bar assieme a Celli e Botarel: che Freddo! Sport Track alla fine mi darà circa 850 di VAM salita di 24 km  in 2h e 4 minuti. Calcolando che i primi km non abbiamo spinto, penso che la V.V.I del garmin possa essere abbastanza precisa.
Dopo circa 40 minuti ci siamo tutti raggruppati un Te Caldo e una fetta di strudel poi foto di gruppo davanti alla stele di Coppi e via in discesa.
Fa freddo molto freddo, chiudo la fila, raggiungo lo Zio di Gambone, non riesce a scendere è quasi congelato, mi fermo e gli consiglio di far girare le gambe con il 34 e di fermarsi a scaldare le mani. Ci fermiamo tre volte e pian piano scendiamo, arriviamo al bivio per Bormio, prendiamo a Dx per la Svizzera, per la parte in sterrato per capirci e qui si parte, lo zio ormai si è scaldato e cosi scendiamo un po più velocemente. Appena prima del pezzo in sterrato altro stop, Gambone è fermo un po preoccupato per suo zio. Passato lo sterrato eccoci nell'ultima discesa, siamo in Svizzera, in paese tutti fermi e via manicotti, gambiali e antivento, pronti via. In fila indiana cominciamo a scendere in questi falsi-piani, ma ecco il fattaccio. Dalla fila ecco Zorro che lancia un attacco, subito dietro Botarel ricuscisce il buco, tirando me Celli e Gambone e dietro gli altri, ma Celli rilnancia esco io a riprenderlo e subito dopo parte Gambone.... Ci siamo divertiti, abbiamo giocato fino al bicio per Prato allo Stelvio dove abbiamo rallentato per infilarci in una trattoria. Dopo pranzo tramite la ciclabile siamo tornati a Lasa. A Merano femrata tattiaca alla Forst per un paio di birre e alle 20.10 eravamo tutti a casa.
Fantastica Esperienza. Mi sono proprio divertito sia in salita che dopo. Ecco un motivo per impegnarsi con la forchetta ( nel senso di dieta) e la bici: fare queste uscite in gruppo e non solo le GF per l'amore della bici della sofferenza e del sacrificio ma divertendosi, ritornado a casa stanchi ma felici e sorridenti.
Ecco il link al Garmin

sabato 24 luglio 2010

Domani Re Stelvio

Questa settimana doveva essere di scarico totale. Lo è stata! Martedi circa 40 km Mercoledi e Giovedi invece niente uscite, sono arrivato dal lavoro e mi Sorella on poteva stare con Martina cosi mi sono rinchiuso in soggiorno al fresco a fare i compiti con mia figlia.
Questa mattina prima avevo deciso di saltare poi 15 km tra andta e ritorno per andare a vedere il Brixia Tour.
Ecco alcune foto scattate ai piedi della Forcella. Salita Corta ma molto Tosta che dovevano ripetere 5 volte prima di prendere per il Maniva.
Brixia ormai vinto da Pozzovivo.
Tra 5 ore sveglia. Si parte per Prato allo Stelvio e domani ci facciamo la mitica salita con gli amici della Freebike.
Spero di fare un bel reportage.

domenica 18 luglio 2010

PRESTIGIOSO!

Finalmente il Prestigio!
a settembre sembrava un'utopia, un tragurdo inarrivabile per uno come me che è da 18 mesi che va in bdc, ricordo ancora la prima uscita ai primi di gennaio 2009 con il Pres e Vito.
Veniamo a oggi. Sforturna? Fortuna? non so come definirla, ma dopo una notte insonne per via dell'afa, verso le 4 ecco un temporale. Sveglia alle 5 colazione e come da accordi verso la partenza alle 6.30: vogliamo partire presto. 2 Ore di attesa fortunatamente smette di piovere verso le 8,poi,  prima una modifica ed infine la decisione finale: tutti sul medio, il temporale ha causato problemi alla viabilità e anche la protezione civile non può aiutarci. Partiamo verso le 9. Usciamo da Treviso con molta attenzione per via di alberi, foglie e tanto sporco lungo le strade. Perdo come sempre le ruote dei miei due compagni, cerco di rientrare, ma ogni volta chi è davanti rallenta e cosi devo uscire a ricucire. Alla terza volta, mollo, mi metto in un gruppo e mi faccio anche io portare: li riprenderò. La media è alta molto alta, incrocio Yury Chechi fermo per una foratura e più avanti Anotonio Rssi fermo ad aspettarlo, ieri invece abbiamo scambiato 2 parole con un ragazzo in compagnia di un Autista: Jarno Trulli. Arriviamo in un punto dove da destra si vede un gruppone che comincia a salire: Abbiamo sbagliato strada. Prendiamo la prima salita ed essendoci tantissima gente si fa fatica a salire del proprio passo, addirittura devo mettere piede a terra per un ingorgo. Eccoci in vetta, a sx vedo i miei due amici fermi ad aspettarmi, sono fermi da almeno 10 minuti forse più ed erano preoccupati. Ho circa 9 km in più! prendiamo la discesa molto sporca e a ritmo blando scendiamo. Sotto cominciamo invece a menare. Arriviamo ancora ad  altre salitelle, fatte alcune con il rapporto, stò bene i miei due amici non riescono a tenere il mio passo ( cosi mi dicono) ma come da accordi saliamo insieme. Eccoci all'ultima discesa, una curva che sembrava aperta mi porta fuori traiettoria e fortuatamente prendo una via di fuga. Rientro nel gruppo e li via a menare.
Arrivo a Treviso con una media per me super oltre 34 km/h.
Sono Prestigioso.
Link al Garmin
GF La Pinarello

sabato 17 luglio 2010

Tempo Zero + Voglia Zero = Niente bici

E' da Sabato che non salgo in bici!
Settimana no! Tempo e Caldo l'han fatta da padroni! Tempo nel senso che non ne avevo caldo nel senso di CALDO!!!
Lunedi rientro verso mezzanotte dal WE al Mare. Fiona uno dei nostri Labrador deve partorire, conti alla mano il giorno dovrebbe essere Martedi o Mercoledi. Prima di andare a letto mi accorgo che i tempi sono vicini, in giornata dovrebbe partorire. mi alzo alle 6 ( 5 ore di sonno forse) scendo è affaticata, ansima ma di contrazioni ancora niente, ma siamo vicini.  Vado al lavoro dopo mezzogiorno chiama Rossana, la cagna stà spingendo ma fa fatica. Chiamo il Veterinario e cosi fissiamo un appuntamento per le 16. Ci va mio cognato e per telefono mi annuncia che si farà il cesareo.  Arrivo dal lavoro vado a prendere Fiona. Il veterinario l'ha salvata, il primo cucciolo era grosso si era incastrato e a forza di spingere aveva distrutto l'utero. fino a mezzanotte sono stato vicino a lei e ai cuccioli che dovevano essere ogni tanto riscaldati con la lampada. si sveglia gli metto i cuccioli vicino e verso l'una ecco che comincia a leccarli. Bene l'istinto materno funziona. Vado a letto e alle 6 sveglia ( 5 ore) Mercoledi stessa cosa arrivo prendo Mia ( un'altra femmina di Labrador) e  vado dal veterinario per prelevare il sangue per l'esame del progesterone. Niente bici logico arrivo dopo le 19.30 devo ancora accudire Fiona i cuccioli e gli altri cani. Giovedi arrivo alle 18.15 dal lavoro e partenza a razzo per Parma per accoppiare Mia: niente bici. Venerdi veterinario con Fiona perchè non mangia cosi eccoci a questa mattina. Voglia Zero, Caldo molto caldo devo preparare il camper, la bici, sveglia alle 6.30 un po di tempo a me con taglio capelli ceretta e barba, colazione con Martina. Adesso preparo i cani devo toranre dal veterinairo e se tutto va bene oggi partendo per la Pinarello li carico e li porto a Denis, l'allevatore a cui avevo dato Fiona e Mia in conproprietà.

E il caldo cosa c'entra??? c'entra c'entra settimana hot in tutta Italia.
Mi preoccupa il caldo per domani, al massimo la faccio a mo' di scampagnata, l'importante è arrivare e conseguire lo scudetto!

mercoledì 7 luglio 2010

Il Riposo del guerriero

Lunedi Riposo, avrei voluto fare anche solo una mezz'ora, ma domenica non ho festeggiato il compleanno della Mamma, quindi dopo il lavoro una veloce cena e siamo saliti in collina al fresco per mangiarci una fetta di crostata con i miei genitori che da Sabato sono in villeggiatura.
Martedi per problemi di orario di lavoro non sono riuscito e cosi arrivo a oggi giorno di carico. Sono uscito con il pres ma abbiamo preferito fare scarico circa 41 km in 1h e 40, alto unmero di pedalate cuore basso ( anche se la stanchezza si notava dai battiti bassi anche sui cavalcavia).
Domani carico, vediamo poi per Sabato se riesco a fare un lungo con gli amici altrimenti ho una mezza idea di fare l'impresa e farmi un girone da solo. Sabato sera poi partenza in Camper per un week end lungo, fino a lunedi al mare.

lunedì 5 luglio 2010

DATI GF FAUSTO COPPI

Ecco il link ai dati della Fausto Coppi.

GF FAUSTO COPPI 2010

GF FAUSTO COPPI 2010

Io non so parlar d'amore l'emozione non ha voce E mi manca un po' il respiro…. ( Canzone di Celentano)


Descrivere quello che ho provato e vissuto ieri è difficile, mille emozioni mi hanno travolto, spero che il mio racconto possa in qualche modo riuscire a farvi vivere anche solo una piccola parte di quello che io ma penso anche il Pres e Mauro abbiamo vissuto.

Arriviamo a Cuneo in camper un po’ tardi, le indicazioni non sono bellissime e cosi percorro la strada che conosco quella che facevo nel lontano 1987 quando ero a Fossano. Comincia l’avventura passando per ALBA. Prima di parcheggiare andiamo a ritirare le buste. Io per problemi di parcheggio aspetto i due sul mezzo. Arrivati, scendiamo nel posto adibito a camper e parcheggiamo. Ci diamo una rinfrescata veloce e saliamo a piedi in centro per cercare una “risteria pizzorante” per la cena. Entriamo in piazza Galimberti, e già lì il pensiero di partire e arrivare in una piazza cosi bella mette i brividi. Prendiamo la prima via a caso e troviamo due dolci signore che ci portano da un parente per la cena: Pizzeria da Gennaro. era proprio un parente e alla domanda dove possiamo andare a mangiare la prima risposta è stata “dietro sulla parallela ci sono tanti locali” ma poi “ah da Gennaro è qui vicino” si ma dalla parte opposta ma a 200 mt). Cena simil ciclista, abbiamo ordinato pasta in bianco e pizza con acqua e un bicchiere di Vino rosso. Passeggiata in piazza dove davano pizza a 5 euro ai ciclisti (previa coda di minuti in piedi ad aspettare) Torniamo al camper e prepariamo i vestiti e i numeri sulla maglia, subito dopo tutti a nanna.

Sveglia alle 5.30, colazione come si deve e preparazione. Siamo in griglia 15 minuti della partenza, ma siamo nell’ultima griglia, ma proprio ultima e dietro di noi il vuoto. No problem. Noi dobbiamo solo finirla per il prestigio.

Si parte e uscendo da Cuneo ci sono i primi grovigli, addirittura una caduta alla velocità di 20 km/h: diciamo una partenza soft. Appena fuori cuneo si comincia a mulinare e qui risaliamo alcune posizioni. Prime impressioni: meglio partire più avanti possibile, qui le persone non tengono la scia quindi tu sei all’aria, anche se ti trovi a metà gruppo, quello davanti ha paura a stare dietro e cosi si mettono di fianco, ma non ti danno spazio per farti sotto. ad uno l’ho anche detto ma come se non sentisse) Dopo 16 km arriviamo al bivio, curva a gomito verso l’ignoto! Ci ritroviamo davanti e cosi cominciamo a tirare. Dopo circa 2 km si comincia a salire. Questa è una salita corta ma tosta. Ecco sotto la descrizione presa dal sito della Fausto Coppi.

Questa salita dimostra che la matematica è un’opinione, altrimenti non si spiegherebbe la fatica che sarà necessario spendere per domarla. Il trucco è che ha due porzioni nettamente distinte.Dal suo abbrivio a Valgrana al cambio di pendenza è pura accademia (2%), ma dall’abitato di S. Giorgio in poi, ci sono 2,7 km implacabili al 9,6% medio con molti passaggi oltre il 10%, ed un finale in continua progressione fin poco oltre il 14%. Strada ampia, tornanti in serie, asfalto ottimo e gambe fresche possono tradire chi si sente in grado di “tirare” 2 denti in meno, il mio consiglio è diametralmente opposto: agganciate la corona più agile che avete, ne caverete massimo profitto più tardi, la Coppi è lunga 200 km. e le gambe sono gli unici pistoni che avete!

Eccoci in vetta, la salita è fatta sotto controllo, saliamo agili senza strafare, recuperiamo anche qui posizioni n cima ci buttiamo in discesa e cosi ci troviamo in un gruppo ben nutrito. La velocità non è altissima, il primo tira, il secondo invece molla e cosi avviso il Pres che vado avanti ,mi metto a tirare il gruppo e qui seconda emozione, passiamo per ROSSANA ci stiamo avvicinando al colletto di Rossana, sono davanti a tirare con il paese che la mia biondina si è comperato. Mi sposto siamo vicini ad un altro gruppo tocca al Pres che tira portandoci sotto. Affrontiamo il colletto piccolo ma sempre rivolto verso l’alto ecco la descrizione sempre dal sito.

Il diminutivo colletta non è casuale, è in effetti quasi solo una formalità, per quanto qualcuno perderà ruota lo stesso e comincerà a capire che, forse, il consiglio precedente sarebbe stato meglio attuarlo oltre che leggerlo. Quindi, anche qui è bene non strafare, dato che le pendenze “morbide” spesso inducono a ciò. Stare nel mucchio e ben coperti è una saggia tattica che aiuterà i meno forti di gambe ma più nel cervello. Una curiosità: scesi da Montemale in Dronero si arriva su una rotonda,ebbene, questa è a q. 617, la stessa quota Colletta, tutti i metri che da lì discenderete saranno ricolmati scalando questo basso valico verso la Val Varaita.

Saliamo anche qui bene sempre tutto sotto controllo, in discesa becchiamo un treno impressionante tiravano anche a 55 km/h i compagni di viaggio ora sono un po’ più veloci e stare dietro in fila è una goduria. Dopo qualche chilometro, la strada comincia in falso piano, la velocità cala ma restiamo sempre oltre ai 30. Eccoci a Sampeyre, e dopo alcuni km inizia l’ascesa ai 2284 mt del colle. Riporto la descrizione che rispecchia in pieno la salita, anche se su cicloturismo sembrava invece una passeggiata.


È il primo dei due “salitoni”, ben conosciuto dai “Coppisti” se vista dall’alto verso il basso, molto meno all’incontrario. La caratteristica buona di questo versante è l’atipica regolarità per una salita alpina, quella negativa è la media espressa: 8%, Più duro subito, nel sottobosco, dove le pendenze non lesinano il 10% e oltre, fino al 13%, poi è un lento calvario giocato tra il 7,6% e il 9,2%, rarissimi i tratti sotto il 7%, pochi oltre il 10%. Il tutto rapportato a più di 16 km trasformano questa salita in un pugile che ti stronca col lavoro ai fianchi. Qui se la caveranno bene gli scalatori di “passo”, quelli che non tenteranno di strappare quella mezza pedalata in più dalle loro gambe, magari risparmiata per il Vallone di Marmora, ed in cima si tireranno le prime somme sulle proprie capacità e possibilità.

Ai piedi della salita il primo Ristoro, scarno, molto scarno. Prendiamo la strada che sale tra il bosco e il Pres è in crisi, io sono lì con lui, poco sopra il Tuttologo ci aspetta, e cosi saliamo tutti assieme. E’ veramente dura e il caldo fa anche la sua parte. A metà salita una fontanella, ci fermiamo riempiamo le borracce ci bagniamo e ripartiamo. Passa la crisi al Pres, e viene a me ma si sale, riusciamo a chiacchierare, siamo concentrati e saliamo piano piano:eccoci in vetta, anche qui ristoro scarno , acqua, toilette, e giù in picchiata. Paesaggi fantastici, ma non abbiamo tempo per guardare concentrati sulla strada stretta e via: come il solito in discesa non c’è né per nessuno. Arriviamo assieme io e il Tuttologo mentre il Pres come sempre ci precede ci attende nel falsopiano in basso. In discesa perdo la borraccia e per fortuna non intralcio Domenico che mi è dietro. Siamo in un gruppo arriviamo al bivio, giriamo a Sx si comincia il terribile Fauniera o Colle dei MORTI. Ecco la descrizione di questo mostro che è più duro di quello descritto. In alcuni tratti ci sono dei muri di 10-20 mt da fare sui pedali che ti stroncano il ritmo, i battiti schizzano in soglia e dopo ci si risiede e si fatica in salita ancora.

Questo versante di scalata al Cle. Dei Morti/Fauniera è la più rilevante novità tecnica della Coppi 2006. Tanto per cominciare come tipologia d’ascesa è diametralmente opposta alla precedente, presenta una lunghezza notevole, una irregolarità continua, lunghi tratti senza tornanti (all’inizio e a tre quarti), ed improvvise porzioni del tutto attorcigliate su se stesse (a metà), cambi continui ambientali, dal vallone chiuso e roccioso dell’inizio, ai pascoli subito dopo, alle abetaie tra i tornanti e all’asprezza dell’alpe nel finale, non mancano scoiattoli e marmotte. Tutto ciò la rende tra le salite più belle ed amate del cuneese. Chi ne avrà ancora, qui potrà dar fondo alle proprie forze, dato che l’ascesa si alterna tra tutta la gamma di pendenze possibili, spiani compresi e anche perché espone a Nord, evitando così che nelle ore più calde non si abbia a patire di troppa calura. Pur essendo sempre una salita alpina a tutti gli effetti, nell’insieme non è particolarmente aspra, però giunge dopo molti metri di dislivello già pedalati che, in cima, non saranno ancora del tutto colmati.

Questa salita, per me, diventa un calvario. Non ci sono con la testa, le gambe mi fanno male, i battiti sono bassi ma per stanchezza, forse riuscirei anche da spingere di più, ma già al secondo km comincio a pensare “dai che ne mancano solo 22” I miei compagni mi assistono , delle volte mi staccano e si prendono qualche metro cosi posso maledirmi senza farsi sentire. I paesaggi cambiamo, è veramente uno spettacolo, siamo in vetta, al colle Esichie, lungo la salita ci sono cartelli che segnalano i km che mancano e la pendenza, ma dentro di me so che dopo mancheranno ancora 2-3 km. Infatti in cima la strada si divide a sx, si scende, a dx invece si sale verso il Colle dei Morti. Qui siamo a 2480 mt, c’è la neve, il Pres ha rallentato e assieme arriviamo alla cima Coppi di questa gara. Un centinaio di metri prima un gruppo di persone ci incitano ci danno un 5 qui mi prende l’emozione, sento di aver compiuto un’impresa, due anni fa ero 97 kg e in bici andavo per prendere il pane il sabato mattina. Altro Ristoro e come sempre scarno. Ci vestiamo il Pres mi fa le raccomandazioni, “ attento in discesa sei stanco ti spettiamo giù” . Saluto e via in picchiata, e anche in questa nessuno mi passa. Siamo in Valle, ho raggiunto i miei due compagni che hanno rallentato, la calura adesso si sente, è come andare incontro ad un phon acceso. C’è un tratto in falso piano e alcuni strappetti, sono quasi frustato, uno lo prendo con il rapportone. Devo tirare il fiato e recuperare. Ci avviciniamo all’ultima salita, c’è qualcosa che non va, sento rumori strani sulla bici, sembra la forcella, il Tuttologo mi affianca e mi fa spostare la borraccia dietro, sembra passato, eccoci Madonna del Colletto, salita “bastarda” (scusate il termine ma ci stava) la descrizione è perfetta.

E’ la salita più insidiosa di tutte, dato che all’abbrivio le energie residue comanderanno le vostre sensazioni personali. Ultima scalata della Coppi e certamente più dura e difficile della prima: Montemale. Molto irregolare grazie alla “premiata ditta”: Strappi & Spiani, proprio quando invece non si vede l’ora di poter salire con un passo decente o per quel che resta, al contrario ti costringe sempre a cambi di ritmo proprio quando ne faresti volentieri a meno. La sua fase più ostica è quella centrale che regala il 13% poco prima dell’unica borgata sulla via (con fontana a sx), ottima scusa per rifiatare. E’ questa salita che da il vero metro delle vostre forze e delle personali capacità di gestione dello sforzo fin lì profuso, se ne avrete ancora sarete stati grandi ed è il momento di gettare il cuore oltre l’ostacolo fin da subito, se invece sarete cotti come pere (quasi tutti), in cima al Colletto la Madonna la vedrete per davvero, ma ormai Piazza Galimberti vi attende.

Con le forze al lumicino saliamo, loro sempre di davanti a 50 mt, arriviamo a metà devo prendere l’acqua e scendendo dalla bici trovo il guaio: la sella si è svitata, va su e giù. Chiedo a tutti nessuno ha una brugola, chiedo al ciclista non in corsa del posto che è lì a dare consigli tipo “ dai che è finita dopo spiana” sì, dopo la vetta però. Ci voleva anche questa, spero di arrivare al traguardo, poi ecco che un altro signore dal piccolo borgo, chiedo a lui e lo seguo,mi ha regalato la chiave a brugola: Grazie mio eroe! Riprendiamo la tragica salita, ormai siamo alla fine, calcolo i km ancora tre, ancora due ma sono in vetta, per aiutarmi mentalmente aggiungo sempre qualcosa in più! Mentre prendo dell’acqua all’ultimo ristoro, molto scarno, ci dicono che la discesa è pericolosa, di stare attenti un paio sono caduti ed uno è stato addirittura intubato. Come il solito loro vanno ed io scendo al mio passo, Ho paura di cadere, non mi sento tranquillo e scendo cosi a piano che due ciclisti mi sorpassano. Arrivo in fondo, siamo in 6-7 cominciamo a tirare. Andiamo a 40 km/h, tocca al secondo e la velocità scende, cosi passo avanti. Stringo i denti e tiro, la velocità è oltre 45, siamo in leggera discesa, da sotto l’ascella scopro che sono rimasto da solo, davanti a me ne vedo due sono a 200 mt giù un dente, mi bruciano le gambe ma spingo li raggiungo proprio mentre si danno il cambio, riesco ad agganciarmi ma restiamo in due ecco il gruppo “ riconosco la maglia del Pres e del Tuttologo” dai che ci sono! Mi metto dietro e comincio a respirare, siamo a 25 km dall’arrivo, un folto gruppo con dentro una decina di uomini di un team tedesco o comunque di Bolzano. Quelli davanti tirano dritto,non vedono le frecce della deviazione, fischiamo rallentiamo e cosi ci raggiungono. Adesso abbiamo davanti un’auto della direzione , ci scorterà al traguardo, ma non è finita. Davanti il treno di lingua tedesca sta andando ad oltre 40 km, ad un certo punto va davanti uno di loro che sembra proprio Jan Ullrich e comincia a menare a quasi 50. Dietro ne ha due poi Domenico e Pres, io sono un po’ più indietro. Due suoi amici fanno un buco, gli fischiano, io esco e altra menata per chiudere, riesco a prendere il gruppo, siamo in sei, adesso c’è davanti Domenico che tira a 45, mancano due kilometri, esce uno e lancia la volata, Domenica gli prende la ruota e noi dietro, curva a sx dopo 100 mt entriamo in piazza Galimberti, mi alzo sui pedali qualche metro prima dell’arrivo, è Finita!

Siamo arrivati 3 ore dopo il primo, siamo arrivati con una media appena sopra i 20 km/h ma vi posso garantire che queste emozioni mi accompagneranno per molto tempo e chissà , magari mi aiuteranno ad affrontare la prossima gara, La Pinarello.